La finalità del progetto è quella di aiutare a migliorare le condizioni di vita di chi vive questa condizione di disagio, che vengono isolate, malviste o ignorate dalla società il più delle volte, cercando di arginare il problema del freddo e dell’esposizione alle intemperie.
Vengono distribuiti dai nostri volontari dei sacchi a pelo professionali, ad alta tenuta termica (fino a 20 gradi sottozero), ai senzatetto.
La distribuzione è partita dal centro storico di Roma, dove hanno sede le associazioni promotrici che, pertanto, hanno già avuto modo di valutare il numero indicativo di coloro che hanno necessità di tale supporto, ma prevediamo di allargare il raggio d’azione verso la periferia, sino all’esaurimento delle scorte di sacchi a pelo disponibili.
Ai destinatari dei sacchi a pelo viene chiesto di rispondere ad alcune domande riguardanti le loro condizioni di vita e i loro bisogni primari e urgenti, al fine di avere un quadro più possibile esaustivo delle necessità di chi vive questa condizione
L’insieme delle risposte ai questionari sarà sintetizzato in un documento che verrà sottoposto all’Assessorato ai Servizi Sociali così da fornire ulteriori elementi nello studio delle possibili soluzioni del problema che è diffuso in tutto il territorio della Città Metropolitana.
Le persone senzatetto, senza casa o senza fissa dimora secondo gli ultimi dati ISTAT, rilevati a livello nazionale, in Italia sono più di 50 mila, solo a Roma si stima ne siano presenti 8 mila.
Come è possibile?
Le cause sono molteplici, dalla perdita del lavoro, a una malattia, un divorzio, alla mancanza di supporto familiare o sociale, o a causa di traumi psichici.
Le conseguenze di questa vita sono il più delle volte tragiche: isolamento sociale, alcolismo, consumo di droga, malattie e morte prematura; in questo scenario la pandemia da COVID-19 ha ulteriormente aggravato la situazione.
Sono tanti, ma non abbastanza, i senzatetto che riescono a trovare rifugio in appositi dormitori e ricoveri, a causa dell’ insufficienza di posti letto disponibili; molti si ritrovano a vivere per strada e all’aperto, arrangiandosi a dormire in spazi pubblici, come marciapiedi, parchi, sottopassaggi, stazioni ferroviarie ed edifici abbandonati e, il più delle volte, non possiedono nemmeno i beni primari necessari alla sopravvivenza, come cibo, acqua pulita, kit–medici di primo soccorso, o comunque indispensabili, quali i vestiti, le coperte o, tantomeno, i sacchi a pelo. Ogni anno la cronaca riporta casi di senzatetto morti a causa delle basse temperature o della denutrizione: è una strage silenziosa che non conosce stagioni favorevoli, ma che arriva alla sua massima espressione durante la stagione invernale, quando il freddo si fa più duro e accentua le eventuali patologie preesistenti.
Nel 2021, l’Italia ha registrato 246 decessi fra i clochard, di cui 34 solo a Roma e questo numero, purtroppo, tende ad aumentare in modo esponenziale. Nei primi mesi del 2022 sono state registrate altre 10 morti solamente nella capitale.