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La Casa di Martino

La Casa di Martino è una Casa Famiglia pensata come un modello di carità operosa, efficiente
Offrirà accoglienza a bambini in difficoltà, dai 0 ai 12 anni, arrivati da Paesi in guerra, afflitti da carestie o sottoposti a regimi ingiusti, giunti nel nostro Paese senza una figura di riferimento adulta, o provenienti da situazioni socio-familiari talmente compromesse da richiedere un allontanamento dalle famiglie.
Accoglieremo questi piccoli innocenti, per tutto il tempo necessario al ricongiungimento alla propria famiglia, qualora se ne creino le condizioni, o ad individuare una famiglia affidataria e/o adottiva, se non sarà possibile, per il loro bene, un rientro nella famiglia d’origine.
Una casa accogliente, nella quale i bambini non si sentano di passaggio, un pacco lasciato lì per caso, in attesa di non si sa cosa o chi, ma abbiano una realtà serena, confortevole e confortante, in cui vivere, circondati dall’affetto di educatori-familiari.

Un luogo dove sentirsi a casa, tranquilli, curati e coccolati

Quindi una casa fisica, in cui vivere, ma anche e soprattutto una casa di vita, di affetti, dove soddisfare, certamente, i bisogni materiali, ma anche coltivare l’istruzione e lo sviluppo dell’autonomia personale, cercando di mantenere, se possibile, le relazioni con le famiglie d’origine. Il tutto per aiutarli a costruire un proprio progetto di vita, ad avere gli strumenti per una propria realizzazione, che vada oltre l’attuale difficoltà familiare.

Teniamo ad instaurare un clima familiare, che permetta di creare dei reali, solidi legami affettivi

ed è per questo che abbiamo previsto, oltre alla presenza, necessaria, di educatori professionisti, anche un’interazione con i “nonni putativi”, volontari che saranno felici di offrire il loro tempo per accudire e coccolare questi piccoli che vivono una difficile realtà, oltre che materiale, anche e soprattutto di disagio psicologico. Si avrà, così, il doppio vantaggio di dare ai bambini il calore di una famiglia e di far sì che un gruppo di anziani, spesso considerati inutili e lasciati ai margini da una società votata all’efficientismo, possa sentirsi ancora utile e vitale. Quindi un luogo in cui la casa diventa famiglia, dove la vita diviene quotidianità, dove la storia di ognuno viene modificata dalla storia di ogni altro.

Perché un orso come simbolo della casa?
Perché rappresenta il coraggio, la gentilezza, una grande volontà oltre a una grande forza buona, tutte qualità che vogliamo trasmettere ai nostri piccoli ospiti, affinché possano affrontare la vita con determinazione positiva, senza lasciarsi abbattere mai.

Contesto e motivazione

Il 10° Rapporto Nazionale di Telefono Azzurro sulla condizione dell’infanzia e dell’Adolescenza riferisce di migliaia di chiamate per situazioni di “abuso e violen-za”. In questa categoria sono incluse sia le forme di violenza di cui il bambino è vit-tima diretta (abuso fisico, abuso psicologico, abuso sessuale, patologia delle cure), sia le situazioni di violenza tra adulti di cui bambini e adolescenti sono testimoni (violenza domestica). A seguire, vengono segnalate situazioni caratterizzate dalla pre-senza dei cosiddetti “fattori di rischio a livello familiare” (17,4%), riconducibili a si-tuazioni di inadeguatezza genitoriale legate all’abuso di alcool e di droghe, o alla presenza di disturbi psicopatologici nei genitori. Le situazioni di “sfruttamento mi-norile” rappresentano l’8,8% dei casi, in particolare di accattonaggio, soprattutto nei grandi centri urbani dove il fenomeno è estremamente diffuso. Un’altra categoria numericamente rilevante è rappresentata dalle gravi difficoltà legate alla “separazione dei genitori” (8,5%): in questi casi il disagio nasce spesso dall’assenza di un oppor-tuno sostegno nell’ambito di una situazione che implica una frattura che coinvolge l’intero nucleo familiare. I bambini tra i 0 e i 10 rappresentano circa un 60% dei casi. I fattori di rischio più rilevanti sono la carenza di relazioni interpersonali (65% dei casi) e di reti di inte-grazione sociale (63%), le scarse conoscenze e il disinteresse per lo sviluppo del bambino (56%) e il basso livello d’istruzione dei genitori (54%). Tra i fattori di ri-schio prossimali più rilevanti si ha la debole o assente capacità di assunzione di re-sponsabilità (85%), la distorsione di capacità empatiche (81%), la presenza di con-flitto di coppia/violenza domestica (71%) e, infine, una relazione difficile con la fa-miglia propria o del partner (69%). In questo contesto, l’intento del progetto è la realizzazione di un laboratorio sociale, un ponte tra la realtà di disagio ed una nuova esistenza serena, frutto, anche, del lavoro che, all’interno della casa, sarà svolto, per e con i bambini, sui loro processi di integrazione e di crescita.
contesti abuso maltrattamento minori

Localizzazione dell’intervento ed analisi del territorio

In Italia, quasi un milione e quattrocentomila bambini vivono in povertà assoluta, secondo gli ultimi dati forniti da Save the Children Italia nella XIII edizione dell’Atlante dell’infanzia a rischio. Se esaminiamo la situazione laziale, quindi romana, in quanto Roma rappresenta la parte più consistente degli interventi nella Regione, si evidenzia che, nel 2010, ultimi dati ufficiali, circa 8.516 bambini e ragazzi, portatori di una qualche forma di disagio/povertà, hanno avuto accesso alle prestazioni sociali dei servizi pubblici. Nel 2008 questo valore era pari a 7.281 unità. Si registra quindi un incremento percentuale in tre anni del 17%, a fronte di un aumento della popolazione di minorenni, residenti a Roma, dell’1,5%. Quindi, il numero degli assistiti è salito 11 volte di più di quanto sia cresciuta la sua popolazione di riferimento. Questa informazione esprime una domanda sociale tendenzialmente in crescita, evidentemente collegata all’aumento delle condizioni di povertà e di disagio della popolazione minorenne e delle famiglie con figli minori. Si tratta, come detto, di dati che risalgono al 2010 e quindi è ipotizzabile che i servizi cittadini che si rivolgono ai minorenni abbiamo visto aumentare ulteriormente le richieste di interventi e che questa tendenza prosegua, purtroppo, in crescita, anche in considerazione dell’ulteriore disagio economico-sociale generato dalla pandemia. Infatti, nello Schema del Piano Regolatore Sociale di Roma Capitale 2011-2015 si indica nel 5% la percentuale di minorenni che hanno beneficiato direttamente dei servizi cittadini: “Ogni anno sono accolti nelle strutture residenziali convenzionate con Roma Capitale, circa 1.500 minori (oltre a 230 nuclei madre-bambino), mentre a domicilio sono assistiti circa 650 minori. Oltre 7.500 minori frequentano i centri diurni e 3.000 i centri estivi. 1100 minori sono sottoposti a tutela pubblica, sono erogati quasi 6.000 sussidi economici. Oltre 350 bambini sono accolti da famiglie o singoli in affidamento extrafamiliare. Complessivamente, si può stimare che circa il 5% dei minori residenti a Roma benefici direttamente di uno o più di questi servizi”. Scegliere Roma, quindi, come sede della Casa di San Martino, risponde alla domanda in crescita di strutture che possano dare assistenza ai minori in condizione di disagio familiare.

Obiettivo generale del progetto

Obiettivo del progetto è di offrire ai minori, di ogni nazionalità e provenienza, spesso vittime di abusi o di violenza, un luogo sicuro, dove attingere una carica positiva, un modo più sereno di rapportarsi al mondo, a quella società che spesso li ha traditi; un luogo che li accolga, ne promuova l’integrazione, la crescita, sia come individuo che come soggetto di una collettività, attraverso percorsi educativi, ludici e di socializzazione.
Obiettivi specifici

Accoglienza a tutto tondo

Una casa che è fisica ma, anche e soprattutto, un contesto in cui il bambino sarà considerato e trattato come un membro della grande famiglia che è la Casa di San Martino

Percorso di integrazione

I bambini devono sentire di far parte di una comunità, in cui vige il rispetto reciproco, pur nella eventuale differenza di culture, che rappresenta, in realtà, un ulteriore arricchimento

Sostegno nella crescita spirituale e sociale

Che li renda consapevoli del loro valore e della necessità di sviluppare rapporti interpersonali sereni, anche nella prospettiva di un rientro nella propria famiglia, con la quale si cureranno le relazioni e, ove possibile, si manterranno i contatti

Supporto nello studio scolastico

Il supporto scolastico è fondamentale per stimolare e mantenere l’interesse degli studenti. Attraverso tale sostegno diventano non solo più capaci, ma anche partecipanti attivi e coinvolti nel dinamismo della vita di classe

Aiuto nello sviluppo dell’autonomia personale

Anche attraverso percorsi ludici, attività sportiva, laboratori che stimolino la creatività e l’espressione, in qualsiasi forma, di ognuno

Monitoraggio e tutela della salute

Sia fisica e psicologica, attraverso controlli medici, colloqui con psicologi ed esperti dell’età infantile, in grado di monitorare eventuali stati di difficoltà

L’orto di Martino

Orto di Martino

L’orto didattico della Casa di Martino è un’oasi d’inclusione e valorizzazione delle diversità culturali. Qui, storie e natura si fondono, spingendo i bambini verso la scoperta e l’apprezzamento della comunità. Con esperienze multisensoriali, promuoviamo curiosità, stili di vita sani e la preziosa connessione tra le culture, riconnettendoci all’importanza del valore della terra.


Destinatari del progetto

I bambini, da 0 a 12 anni, affidati dal tribunale, nei casi in cui la famiglia di origine versi temporaneamente in una situazione di disagio economico o psichico, che sia tale da non poter garantire al figlio un ambiente familiare idoneo ad una crescita sana ed equilibrata

Personale

Professionisti
  • il coordinatore che mantiene i contatti con i diversi servizi sociali
  • gli educatori professionali
  • una figura educativa di supporto in ogni turno
  • personale per i servizi generali (pulizie, cucina, eccetera)
  • psicologo per poter valutare i comportamenti e le reazioni dei bambini accolti ed un eventuale intervento per garantire la serenità del minore
  • assistente sociale, assistente all’infanzia, mediatori culturali, mediatori familiari a presenza programmata
  • assistente spirituale.
Volontari

Nell’ottica d’ instaurare un clima familiare, che permetta di creare dei reali, solidi legami affettivi, è previsto un ampio coinvolgimento di volontari: i giovani per l’aiuto nei compiti a casa, i nonni putativi per raccontare le favole, insegnare a fare i biscotti, giocare o semplicemente ascoltare i piccoli ospiti.

Quindi, un luogo in cui la casa diventa famiglia, dove la vita diviene quotidianità, dove la storia di ognuno viene modificata dalla storia di ogni altro.

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